Chi sono

Mi chiamo Massimiliano Salini, Max per gli amici, e sono nato a Soresina 46 anni fa, da padre fornaio e titolare di una piccola ditta di dolciumi (“laureato in arte bianca”, dice lui), e madre casalinga factotum, lavoratrice instancabile in casa e nell’impresa di famiglia. Insieme a mia sorella maggiore e mio fratello minore, ho imparato fin da bambino a lavorare in azienda, dopo lo studio, e a capire il valore di entrambi per la crescita individuale e della società.
Non è mai mancato, d’altro canto, il tempo da dedicare alle passioni e agli amici: prima, quelli dell’Oratorio “Sirino” di Soresina, compagni di lunghe partite a pallone nel campo più polveroso del mondo e di pomeriggi attaccati alla radio per seguire le partite di campionato (sono tifoso del grande Toro, e al tempo eravamo un bel gruppo); poi, quelli del liceo classico (ginnasio al “Manin” di Cremona e liceo al “Racchetti” di Crema). Nell’adolescenza, ho iniziato anche ad appassionarmi a una cosa “strana” chiamata politica, seguendo tutto il cursus honorum dello studente “impegnato”: rappresentante di classe, d’Istituto, quindi nel Consiglio di Distretto.
La naturale concretezza, la spontaneità dell’impegno, la cultura e i valori che mi sono stati trasmessi dalla mia famiglia hanno impregnato tutto il corso della mia vita privata e pubblica e hanno alimentato una passione politica che si è via via consolidata, sostenuta dall’evidenza di poter contribuire concretamente al miglioramento della società.
Negli anni dell’università (Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano) vengo eletto nel Senato Accademico e, poi, nominato Presidente della Conferenza degli Studenti e membro del Comitato Regionale di Coordinamento delle Università lombarde. Mi laureo nel 1999 in Diritto Costituzionale, con una tesi sul diritto allo studio. Diritto che ritengo fondamentale per lo sviluppo del talento, inteso come capacità dell’Uomo di creare qualcosa di concreto e che dia senso alla vita: famiglia e impresa, in primis.
Dal 1998 al 2000 sono membro dello staff del presidente della Giunta regionale lombarda e mi occupo di politiche regionali per le attività economiche e produttive. Nel 2000, divento project manager presso la società “Faber srl” e, poco dopo, nel settembre del 2001, mi sposo con Giuditta, insegnante di lettere, con la quale vivo a Crema insieme ai miei tre figli, Carlo, Sofia e Riccardo.
A partire dal 2006, mi occupo anche di Aziende ex-Municipalizzate, prima come vicepresidente della Società Cremasca Servizi SpA e, dal novembre 2007, come consigliere d’amministrazione di Linea Group Holding e di Linea Ambiente SpA. A ben vedere, avrei potuto fermarmi qui: una bella famiglia, un lavoro sicuro, molti interessi, poche preoccupazioni.
Invece, l’impegno pubblico riprende il sopravvento nella primavera 2009, quando vengo candidato alla presidenza della Provincia di Cremona, come indipendente appoggiato da una coalizione di centrodestra, risultando eletto al primo turno. Un mandato durante il quale la Giunta provinciale ha gestito in modo serio e oculato le proprie risorse (riduzione del compenso di presidente e assessori; taglio di auto blu e parco macchine della Provincia; taglio di più dell’80% delle spese di rappresentanza e comunicazione) e ha realizzato opere fondamentali per il territorio.
La “promozione europea” arriva il 25 maggio 2014, quando risulto eletto nel collegio Nord Ovest con oltre 27mila voti, diventando europarlamentare del Partito Popolare Europeo.
Sono seguiti cinque anni intensi, nei quali ho potuto promuovere i principi e i valori in cui credo e che ritengo fondamentali per lo sviluppo positivo e sostenibile della società in una prospettiva internazionale, che si sforza di conciliare le esigenze e le peculiarità dei territori con la definizione di normative condivise a livello sovranazionale.

Il futuro è tutto da scrivere, ma l’unica carta su cui può essere scritto si chiama Europa.

99

di presenza alle sedute plenarie dell’europarlamento

97

di presenza alle sedute di commissione

9345

voti espressi

1498

emendamenti

873

incontri sul territorio

647

aziende visitate

Cinque anni a Bruxelles

Ebbene sì, lo confesso, sono un vero “secchione”: in cinque anni da parlamentare ho totalizzato il 99% di presenze alle sedute plenarie dell’europarlamento.

Qui ho espresso 9.345 voti, 567 interventi e 189 dichiarazioni di voto. Ho firmato 1.498 emendamenti.

Anche nelle commissioni di cui faccio parte, “Trasporti e turismo” e “Industria, ricerca e energia” ho raggiunto il 97% di presenze.
Relatore del nuovo Programma Spaziale Europeo ho partecipato anche alle commissioni  speciali sullo scandalo Dieselgate e sui Crimini finanziari e paradisi fiscali, alla redazione di diversi dossier in materia di sostenibilità, trasparenza, agenda digitale.

Sono stato relatore del dossier sul telepedaggio europeo e partecipato alla preparazione della riforma in materia di copyright recentemente approvata dal Parlamento europeo.

Sono stato il primo firmatario della proposta di risoluzione UE per interventi straordinari a tutela dell’industria e europea, come le nuove regole contro la concorrenza sleale dei Paesi asiatici, e ho promosso e sostenuto interventi a favore delle imprese italiane, come il finanziamento del 95% delle spese per la ricostruzione delle aziende distrutte dai recenti terremoti.

Ho ottenuto il finanziamento di tre progetti pilota a favore della digitalizzazione delle imprese, l’internazionalizzazione delle Pmi e la sicurezza del trasporto ferroviario con il sistema satellitare Ertms.
Come scriviamo nel nostro libro “La retorica antieuropea considera il lavoro dell’UE e in particolare della Commissione inutile perché penserebbe solo alle minuzie delle regole del mercato unico, ad uniformare la lunghezza delle zucchine e le dimensioni dei prodotti agricoli, invece di farsi carico di grandi temi.” In realtà solo la concretezza di tanti dossier, proposte ed emendamenti ha permesso di creare “un vero e proprio ecosistema fatto di regole comuni e standard, frutto di faticosi accordi e meticolose ricerche, diritti dei consumatori, protezione delle identità nazionali e rispetto dei lavoratori, condivisione dei principi di giustizia comune e solidarietà tra i Paesi partecipanti”.